Quando si dice Vin Santo, cari miei, si dice AVIGNONESI, e non me ne vogliano altri produttori, e ce ne sono di bravi davvero, ma qui non c’e storia, siamo su un altro pianeta.
I ricordi vanno nel lontano 1987, quando per la prima volta mi avvicinai alle Capezzine, storico borgo degli Avignonesi. Oggi è un centro d’incontro tra l’Azienda e il bel mondo che la circonda, clienti, amici, importatori, chef , giornalisti e chi ce ne ha più ne metta.
20 anni fa, c’era solo il magazzino, la piccola cappella del borgo, la sala pranzo con l’immancabile grande camino, sempre acceso, la cantina sotterranea e la vinsantaia.
Entrare e vedere l’uva disposta con cura ad appassire sui graticci, ti lasciava di stucco. L’uva a bacca rossa, prugnolo e canaiolo (per il Vin Santo Occhio di Pernice) , da una parte, e dall’altra malvasia bianca, greco toscano e trebbiano (per il Vin Santo classico). Guai toccare e peggio ancora assaggiare un chicco . La zona sempre ventilata naturalmente con le piccole finestre mezze aperte. In fondo la zona di affinamento in piccoli caratelli di rovere, nuovi, usati e vecchi, secondo le annate. L’uva una volta appassita, viene pressata in modo soffice e messa nei caratelli con la madre (una poltiglia di fermenti, selezionata e segreta, dote tramandata da generazioni), che ha il compito di far rifermentare nel tempo e quindi far ripartire il processo di maturazione del vino all’interno dei caratelli. Questi vengono chiusi ermeticamente e sigillati con la cera lacca, e li staranno per circa 10 anni, prima dell’apertura. Ad ogni cambio di temperatura , in genere con il susseguirsi delle stagioni, lo sbalzo termico fa ripartire la fermentazione ed il vino subisce una nuova maturazione , spogliandosi così delle impurità. Naturalmente a quel punto è rimasto solo la nota alcolica e zuccherina dell’acino, con il conseguente stato mieloso e dolce, con sfumature di mandorla tostata, fichi e frutta secca.
Ma il pregio di questo prodotto è indubbiamente il giusto equilibrio tra la densità, l’opulenza e la beva, avvolgente, che ti lascia stupefatto, incredulo. Il ricordo in bocca di appena un sorso di questo Vin Santo, ti resta nella memoria sensoriale per sempre, e chi ha avuto modo di assaggiarlo sa che non sto esagerando. In Toscana ci sono altri grandi produttori di Vin Santo (Capezzana, Castello di Cacchiano, S.Giusto a Rentennano, Isole e Olena , ed altri), ma qui stiamo parlando di un vero fuoriclasse.
Mi ricordo che qualche anno dopo, al Vinitaly, con degli amici vogliosi di assaggiare questo incredibile frutto della terra , ci recammo allo stand degli Avignonesi, ma come al solito le piccole bottigliette erano già vuote. Allora sgocciolammo, proprio così, le ultime gocce rimaste in un grande ballon, si avvinarono altri due o tre bicchieri con quel poco rimasto, e ruotando , ruotando il bicchiere , ognuno di noi si inebriò di quel profumo, di quella sensazione unica.
Gli Avignonesi, azienda storica di Montepulciano, sono famosi oltretutto per il magnifico Nobile, stile tradizionale , affinato in grandi botti di legno, vino centrato, classico, sempre un buon bere al giusto prezzo.
Nobile di Montepulciano 2006 (enoteca 18 euro)
Vin Santo Avignonesi (prezzo: nota dolente)
Vin Santo Occhio di Pernice (non se ne parli)
…. alla prossima
Valeriano e Vin&xtra